Dedichiamo questa sezione ad una raccolta, speriamo sempre più ricca e interessante, di articoli, immagini e altri contenuti che raccontano qualcosa a proposito della nostra ricerca e del cammino, speriamo positivo, della sua sperimentazione didattica. E' il pretesto per raccontare di noi ma, allo stesso tempo, tenervi informati su come si sta evolvendo, nella realtà di tutti i giorni, il lavoro che abbiamo già da qualche anno condiviso con voi.
Mi preme quindi ringraziare per la generosa attenzione che ci avete da sempre accordato con il vostro vivo interesse e la vostra fattiva collaborazione.
Da Platone a Carvico, la nuova matematica
Sarà che ai bambini la matematica pesa un po', ma attira… Se poi a dare una spinta è un metodo didattico nuovo e originale, meglio ancora. A scavare nel solco del pensiero platonico per analizzare i principi pedagogici applicabili all'insegnamento è Mario Alberto Losa, quarantenne impiegato di Carvico che da anni lavora sui procedimenti di calcolo e apprendimento nei bambini. La ricerca ha dato i suoi primi frutti il mese scorso, con la pubblicazione di quattro sussidi per gli insegnanti delle prime e delle seconde elementari, intitolati "Il piccolo Pitagora" e "I calcoli del piccolo Pitagora".
Il progetto nasce in continuità con la tesi di laurea in Pedagogia presentata nell'aprile del 1998 all'Università Cattolica di Milano, sotto la guida del docente Giuseppe Vico e del correlatore Giovanni Reale. "Il professor Reale ha sempre spinto i suoi studenti ad applicare la pedagogia alla didattica e io lo presi alla lettera - spiega Losa - Perfezionai le ricerche avviate nel mio elaborato riflettendo sulla concezione separativa dell'idea di quantità che sta alla base dell'apprendimento dell'aritmetica. Nelle attuali metodologie il numero indiano-arabo, che tutti conosciamo, è infatti elemento di distinto dai regoli in colore utilizzati a scuola: scopo della mia nuova proposta didattica è unire le due componenti, quello concreto del blocchetto e quello del simbolo numerico, a formare un'unica figura". La concezione unitaria desunta dal pensiero platonico e applicata alla nozione di quantità logico-matematica, è stata dunque impiegata dal ricercatore bergamasco nella creazione della nuova metodologia d'insegnamento, che ha già avuto riscontri positivi nonostante la nascita recente.
Nella nostra provincia, la sperimentazione è stata accolta da Maria Puntoriero, insegnante presso la scuola primaria "Alessandro Manzoni" di Ponte San Pietro, che ha fornito alle classi prime il materiale utile a trasformare gli alunni in "piccoli Pitagora". Niente regoli colorati, ma cartelloni con la nuova serie di numeri, raffigurati con all'interno tanti puntini o figure corrispondenti al valore indicato. Nella prima fase i bambini dovranno posizionare le calamite in dotazione sui quadratini dell'insieme numerico disegnati nella pagine dei volumi di Losa, eseguendo poi i diversi passaggi visivi che portano alla risoluzione dell'operazione. In un secondo momento verrà perfezionata la comprensione del calcolo, già facilitata dalla novità di presentare la quantità sotto l'aspetto unitario (raffigurata all'interno del simbolo numerico e non separata da esso).
Grazie al sito internet www.alfabetiere.it, attivo dal 2005 e perfettamente curato dal webmaster Bruno Perico, molti adetti al settore da diverse città d'Italia si sono rivolti a Mario Losa per consigli pratici e delucidazioni, attratti dal nuovo metodo. "Il pensiero simbolico dovrebbe sempre collegarsi alla realtà dell'esperienza e dei vissuti del bambino: per questo unire i due metodi di calcolo, quello numerico-astratto e quello concreto dei blocchetti metallici, permette di stabilire corrispondenze immediate e facilitare l'apprendimento soprattutto nei bambini con difficoltà psicofisiche - specifica Losa -. Tra due mesi usciranno anche i sussidi per l'avviamento alla lettura e prossimamente i volumi di matematica per le classi terza, quarta e quinta elementare".
Sarà il tempo a dire se la rivoluzione introdotta da Mario Losa potrà essere ricordata come quella della pedagogista Maria Montessori o del maestro belga George Cuisenaire, ma gli aspetti innovativi sicuramente non mancano. Si tratta solo di buttarsi.